Fireplace
"Una copertina - Un artista" in La Lettura, Corriere della sera #317, December 24 2017
Fireplace, 2016-2017
Inkjet UV print on glass, variable dimensions
Ogni mio lavoro nasce da una radice esperienziale, il riconoscimento d’un elemento che mi pre-esiste, vissuto, appropriato e trasformato in metafora del Reale. Avverto che le cose in sé sono inarrivabile e inconoscibile, e mi domando: se le cose già contenessero tutte le loro possibili immagini? Se ciascuno di noi guarda la stessa cosa e la vede diversamente, ogni immagine che produciamo non è forse la proiezione di un’immagine interna, del pensiero che vede e si riconosce in ciò che già è? Altrimenti come sceglieremmo quella che ci appartiene tra le infinite potenzialmente rivelabili?
Penso che ogni fotografia possa essere intesa come una forma simbolica della mente attuata attraverso l’esperienza. Mi colpisce ciò che non posso vedere distintamente: lo catturo, lo elaboro, accompagno l’immagine verso la sua formazione, vedo dove mi porta, che forma và assumendo l’idea della cosa. E’ misterioso come cose del tutto banali che appartengono al quotidiano e all’indifferenziato contengano straordinari livelli di complessità.
Così è nato il mio Fireplace: la canna fumaria d’un camino incontrato in un luogo e circostanza qualsiasi. Della fotografia non m’interessa ciò che ci lega alla memoria del soggetto né la narrazione che produce, ma il potere di presentazione e trasformazione in una nuova realtà, che non è più la cosa vista né quella rappresentata, ma forse la summa e il superamento di entrambe.
Gli uomini si sono creati un’immagine per ogni cosa, l’universo sensibile è interamente mappato: non dobbiamo più guardare le cose, ma vedere attraverso di esse.
Silvio Wolf, Dicembre 2017