Prima del Tempo
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
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Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
BEFORE TIME
Nicoletta Rusconi Arte Contemporanea, Milan, 2009
ABOUT THIS EXHIBITION
BEFORE TIME
An exhibition of work by Silvio Wolf will open the 2009–10 season at the Galleria Nicoletta Rusconi.
On 18 September, from 6 pm onwards, there will be a private view of the new solo show by Silvio Wolf “Prima del Tempo” (Before Time): a project he has conceived expressly for the gallery.
Using photography together with other media, such as sound, light and video, the artist relates his work to architectural space. In photography, his interest focuses particularly on an analysis of the expressive potential of the medium and foundations of his visual language. In his works, Wolf offers us a conceptual perspective that is also to be found in similar works by painters and sculptors. It is no coincidence, in fact, that the majority of his works take the form of multimedia installations.
The installation he is presenting in this exhibition is conceived as a single work consisting of seven different elements forming a series of stations. The exhibition explores the dynamic relationship between the work and the viewer; after having spent years examining images and their role in contemporary society, Wolf now shifts his attention to the person looking at them and the interaction resulting from this relationship.
On this occasion, however, what the artist is offering viewers does not regard their perception of the images, but rather the fascination arising from the absence of these. Thus they are not icons, but expressions of light and/or of its lack — in other words, the conditions of (in)visibility of each image: black surfaces as an excess of visual information, or abstract backlit architecture of colour and light, partially reflective surfaces of images conceived as openings or passages, or neutral grey paint applied directly to the wall, so that the reflected light becomes the visible theme of the work.
The artist seeks to interrupt the unceasing flow of images from the outside world, making every work of his a threshold that opens up to a dynamic relationship with the person standing in front of it. They are our faces, fragments of our bodies and light itself that the work sends back through the reflective interstices or onto the mirror-like black surfaces; from the interior of these non-images, time is donated to the viewer’s –here and now–.
Giorgio Verzotti
PRIMA DEL TEMPO
“Gli uomini si sono creati un’immagine d’ogni cosa”
Wim Wenders (l’angelo Raphael all’angelo Cassiel, in Così Lontano, Così Vicino)
“Il vero mistero del mondo è ciò che si vede e non l’invisibile”
Oscar Wilde
“Things are not what they seem, nor are they otherwise”
The Buddha
Il visibile è tutto mappato.
Tutto il pianeta è ricoperto da immagini.
L’invisibile è sotteso al visibile: le immagini ne sono forma simbolica d’interpretazione.
Il cuore del problema è il Soggetto: chi vede, come vede, cosa vede.
Prima del Tempo è un luogo d’accoglienza. Lo spazio fisico ospita un processo, pone il Soggetto al cospetto di sé stesso; chi guarda le immagini si scorge nell’atto di guardare; è parte del visibile ed assieme della sua interpretazione.
In Fotografia il rapporto fondamentale non è più tra l’immagine e il referente, ma tra l’immagine e lo sguardo di chi, ponendosi di fronte ad essa, ne diviene parte.
L’immagine è presentazione, non rappresentazione: una nuova realtà nella quale il Soggetto vede sé e l’altro da sé, il mondo e l’immagine del mondo, simultaneamente.
Desidero dunque spostare l’attenzione dal referente, il lontano rumore di fondo della visione retinica, al Soggetto che vede: dal tempo e l’oggetto ormai scomparsi, all’hic et nunc di chi sperimenta l’opera.
M’interessa la Realtà dell’Immagine.
Riflettendo attorno ad essa il Soggetto le dona senso, corpo e visione; nel tempo presente dell’esperienza egli è mentre è.
L’opera attiene all’individuo, alla sua consapevolezza. L’artista è medium tra Realtà e Soggetto; l’immagine, una vibratile soglia tra altrove e presente.
Silvio Wolf 2009
OPERE
Ingresso:
1) BLACK AND BLUE, 2009
Una struttura cromatica astratta, auto-referenziale, auto-illuminante, a-temporale, a-spaziale s’irradia verso lo spettatore, illuminando il luogo che l’accoglie. Nulla accade, nulla diviene.
Un’immateriale architettura d’assenza e presenza di luce è soglia tra esterno ed interno.
Sala centrale:
2) MEDITATIONS, 2009
Meditazioni sulla Fotografia, sul Soggetto, la Realtà.
Il nero è l’assorbimento totale della luce visibile, metafora della simultanea presenza di tutte le immagini del Mondo.
L’eccesso d’informazioni ha annerito la superficie foto-sensibile, rendendo la Realtà invisibile, sedimentata nel nero totale. L’ immagine di tutte le immagini assorbe il visibile e riflette il volto di chi l’osserva: essa diventa immagine nel momento in cui ci si pone di fronte ad essa.
L’opera è retro-illuminante: produce luce in direzione opposta a quella di chi l’osserva, verso la parete, dietro al nero specchiante. L’aura che emana rivela il volto di chi la guarda. Dal centro della sala, dall’alto, un respiro lieve e regolare accoglie chi si pone al centro dell’installazione.
Ogni Meditazione è uno sguardo cieco e allo stesso tempo una chance per poter vedere, una luce negata e rivelata, l’assenza da cui far nascere una presenza: è nello sguardo il senso dell’essere.
L’immagine emerge dalle ceneri del visibile, dalla fine d’ogni possibile rappresentazione fotografica.
Porsi davanti a sé stessi affinché l’immagine, guardata, ti ri-guardi.
Sala sinistra:
3) LIGHT HOUSE, 2009
Una nicchia vuota, priva d’immagini, è illuminata da una sorgente di luce al suo interno. La nicchia abbraccia il vuoto, lo contiene, lo possiede e lo illumina.
È uno spazio -in attesa-, prima d’ospitare un’immagine, o dopo la sua scomparsa.
Light House è un luogo a misura d’uomo, ci si confronta con la presenza di un’assenza a grandezza umana.
Sala destra:
4) GRIGIO NEUTRO
Pari alla riflessione del 18% di luce ambiente, il colore grigio neutro è utilizzato in fotografia per ottenere una “esposizione perfetta”.
La parete grigio neutra rappresenta la luce rivelata dalla fotografia prima dell’apparizione dell’immagine e quella di ogni sua possibile rappresentazione, Prima del Tempo.
5) APERTURE
Stampa a getto d’inchiostro su lastra d’acciaio inox super mirror
6) BLACK HORIZON
Due soglie, aperture, passaggi: l’una attraverso una tenda mossa, l’altra attraverso una porta, rappresentano simultaneamente la luce e la sua assenza, l’interno e l’esterno, il passato e il presente: una possibilità d’apparizione per la figura umana.
Queste opere non sono tradizionali stampe su carta chimica foto-sensibile, ma sono prodotte inchiostrando in quadricromia la superficie di una lastra d’acciaio ad altissimo potere riflettente. Le macchine da stampa non dispongono del -colore bianco-: esso è il colore stesso del supporto. In questi lavori, là dove dovrebbe esserci il bianco, appare invece l’immagine riflessa del Soggetto che si pone di fronte all’opera. Il bianco, alternativamente prodotto dall’assenza d’informazione o dal suo eccesso, a seconda che si tratti d’immagine negativa o positiva, rappresenta simultaneamente ciò che sta dentro e fuori dall’opera. Proprio là dove la superficie è priva d’immagine (ancora vergine, in assenza di colore e d’inchiostro) essa genera un’immagine sulla quale riflettere.
7) SNOW BLACK
Tracce,
visibili tracce,
nulla più.
Una superficie precaria a stento investita da luce
rivela passaggi, delebili segni,
impronte d’umana presenza.
Molto poco è ciò che rimane,
che lo sguardo cattura, la luce rivela,
Prima del Tempo.
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